lunedì 16 dicembre 2013

Il benessere non ha confini.

L' olio puro di argan bio incarna l’identità dei popoli berberi del sud del Marocco.

L'olio di argan è estratto delle mandorle di un arbusto spinoso (argania spinosa), tipico del sud est atlantico del Marocco, dove risiedono le cooperative di donne berbere di Gie Targanine che lo lavorano con processi artigianali. Grazie alle sue radici possenti preserva la fertilità del suolo e rappresenta una risorsa preziosa contro la desertificazione.

Grazie ai suoi numerosi principi nutritivi, l’olio di argan apporta benessere a viso, corpo, mani, unghie e capelli. Ricco di acidi grassi insaturi, acido linoleico e vitamina E, antiossidanti naturali, è un aiuto prezioso per migliorare la tonicità e l’elasticità dei tessuti, combattere i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare e ripristinare l’equilibrio idrolipidico della pelle, donandole luminosità, compattezza e bellezza.
Il guscio delle mandorle viene eliminato manualmente pestando i frutti con delle grosse pietre. La parte interna viene poi macinata fino a crearne una pasta in un torchio a pietra. La pasta viene infine separata dall'olio. Si ottiene così un olio alimentare ed un siero cosmetico.


venerdì 13 dicembre 2013

LunAroma



i saponi di LunAroma

 con 30 % di Olio extravergine di Oliva





Sono realizzati con l’impasto a mano ed a bassa temperatura. Durante la saponificazione viene prodotto naturalmente una ricca quantità di glicerina che rende il sapone cremoso ed emolliente.

La bassa temperatura consente di non alterare i principi attivi come gli oli essenziali, i decotti di erbe officinali e gli oli macerati. Gli oli essenziali e le erbe contenuti nei nostri saponi sono di prima qualità e completano le proprietà specifiche.

La lavorazione tipicamente artigianale è accurata e coscienziosa e richiede meticolosi interventi manuali creando un sapone unico secondo le antiche tradizioni.

Il nostro Sapone non contiene né conservanti né coloranti né fragranze sintetiche ed è biodegradabile al 100 %. Non è testato sugli  animali.
Le scatole dei saponi e i portasapone, provengono da un progetto del commercio equo e solidale in Thailandia (White Lotus Fairtrade, Chiang Mai) che dà la possibilità a 60 donne di lavorare dignitosamente.

giovedì 12 dicembre 2013

Incontro di pietanze e storie

A Natale a tavola ci mettiamo la Terra. Ma non l'esotico. L'incontro di pietanze e storie, di diritti e di idee. L'avvicinamento tra qui e laggiù. Il matrimonio di mondi. 

mercoledì 11 dicembre 2013

Profumo di natale

Colori, sapori e profumi da sfogliare. 
  
Condivisione, ospitalità, immaginazione.  
 
Itinerario di ricerca tra foglie di tè, legni, spezie, fibra di alpaca, ago e scalpello.

Il tuo dono è un testimone concreto di sviluppo sostenibile, giustizia ed ecologia.

Del nostro valore comune: la forza disarmante delle utopie plurali, della dignità e di nessun confine.



martedì 10 dicembre 2013

“Semino il grano, diventa giallo, lo macino, aggiungo solo acqua e nasce una buona pasta.” (Gino Girolomoni)

In bottega potete trovare aluni prodotti biologici GIROLOMONI (montebello).
La storia di Montebello inizia nel 1971 con Gino Girolomoni, giovane sindaco del comune di Isola del Piano, che comincia a promuovere iniziative volte a valorizzare e sostenere l’antica civiltà contadina: corsi di agricoltura biologica e convegni attirano intellettuali, giornalisti e tecnici da tutta Italia. Queste prime esperienze sono alla base della nascita, il 13 luglio 1977, della Cooperativa Agricola Alce Nero, di cui viene ceduto il marchio circa 25 anni dopo, diventando Montebello®. In seguito alla scomparsa del suo fondatore, avvenuta nel marzo del 2012, la Coop cambia il proprio nome in Gino Girolomoni Cooperativa Agricola.
Con i suoi trenta soci e trentacinque dipendenti e con i suoi oltre 7 milioni di fatturato (anno 2011), la Cooperativa Gino Girolomoni ha contribuito in modo sostanziale allo sviluppo del biologico in Italia.
L’intensa attività iniziata da Gino Girolomoni con la Cooperativa ha contribuito in modo sostanziale a fermare la fuga dalla campagna e a spingere gli agricoltori a riprendere le loro attività, tornando ad abitare vecchie case ormai abbandonate. Dal 1979, nel giro di breve tempo, molti giovani del luogo hanno avuto accesso a nuove opportunità lavorative, dando nuova linfa all’economia locale.

lunedì 9 dicembre 2013

Scalda l'inverno con una tisana Ayurvethica!

Le sempre più apprezzate tisane Ayurvethica contengono tutte ingredienti da agricoltura biologica, sono integratori alimentari approvati dal Ministero della Salute e hanno formulazioni ispirate alla tradizione ayurvedica indiana e controllate da una esperta tecnologa alimentare. 
Bio, buone, sicure contribuiscono con delicatezza a mantenere il benessere del nostro organismo.

L'ayurveda è la medicina tradizionale utilizzata in India fin dall'antichità, diffusa ancora oggi nel sub-continente più della medicina occidentale. Ayurveda è una parola composta da ayur, durata della vita o longevità e veda conoscenza rivelata ed è un sistema medico molto vasto e complesso comprendente aspetti di prevenzione, oltre che di cura, che permetterebbero, se applicati rigorosamente, di vivere più a lungo, migliorare la propria salute e rispettare il proprio corpo.
I principi medicinali utilizzati sono, nella maggior parte, di natura fitoterapica, come l'Amalaki (emblica officinalis), il Trikatu, un composto di tre erbe, zenzero, pepe e pippali (piper longum), Haridra (curcuma), Brahmi (Bacopa Monnieri), Tulasi (Ocimum sanctum), Erand (Ricinus communis), Guduchi (Tinospora cordifolia), Kumari (aloe), Gokshur (tribulus terrestris).

venerdì 6 dicembre 2013

LIBERAmente Natale!

In bottega puoi trovare i prodotti di Libera Terra, prodotti straordinari, frutto del lavoro di giovani che, riunitisi in cooperative sociali, coltivano ettari di terra confiscati ai boss della mafia, grazie alla legge di iniziativa popolare 109/96. 
Libera Terra nasce con l'obiettivo di valorizzare territori stupendi ma difficili, partendo dal recupero sociale e produttivo dei beni liberati dalle mafie per ottenere prodotti di alta qualità attraverso metodi rispettosi dell'ambiente e della dignità della persona. Inoltre, svolge un ruolo attivo sul territorio, coinvolgendo altri produttori che condividono gli stessi principi e promuovendo la coltivazione biologica dei terreni. La missione del progetto Libera Terra è dare dignità ai territori caratterizzati da una forte presenza mafiosa, attraverso la creazione di aziende cooperative autonome, autosufficienti, durature, in grado di dare lavoro, creare indotto positivo e proporre un sistema economico virtuoso, basato sulla legalità, sulla giustizia sociale e sul mercato.

venerdì 29 novembre 2013

Quest'anno fai solo regali d'effetto!!!

Che effetto fa un regalo Altromercato? Fa felice chi lo riceve ed è un regalo anche per te. Perché un mondo che promuove un lavoro pagato il giusto, la salvaguardia dell’ambiente e l’uguaglianza nei diritti, è un regalo che puoi fare e puoi farti. L’effetto parte da te. Vieni nella Bottega Eticomondo - coop. Mondoalegre

venerdì 22 novembre 2013

Oxidos

Vi presentiamo uno dei produttori del comercio equo: Oxidos, direttamente dalla Colombia. Alcune delle loro creazioni potete trovarle in bottega.
Oxidos, il laboratorio di Liliana e Monica Atalora, due giovani designer di Bogotà, è un posto magico, dove il metallo delle lavorazioni industriali prende nuova vita e calore, trasformandosi in tantissimi oggetti originali. Una volta avviato il laboratorio, le due sorelle hanno scelto di lavorare con gli artigiani locali, fornendo loro un ambiente sicuro, formazione e una remunerazione adeguata. I dipendenti provengono dagli strati sociali più poveri e nell'assumere le donne si è voluto dare la priorità a madri capofamiglia, donne con figli abbandonate dal marito in povertà. Oxidos rientra nel progetto di promozione di piccole realtà produttive colombiane portato avanti da Piel Acida, un'altra piccola ditta colombiana con cui altraQualità ha un rapporto consolidato. Noi abbiamo aderito a questo progetto per l'Italia chiamandolo "El otro Plan Colombia". Oxidos realizza una vasta tipologia di prodotti in metallo in parte riciclato, lavorato con una tecnica particolare di ossidazione. Ogni prodotto è dipinto a mano con tinte che resistono all'esterno. E' un lavoro artigianale complesso, realizzato con l'ausilio di pochi strumenti meccanici e alcune saldatrici.

giovedì 14 novembre 2013

Una dolce tentazione vi aspetta in bottega!!!

Il laboratorio dolciario artigianale “Casa Don Puglisi” vuole essere un segno. Un segno è sempre qualcosa di concreto, ma al tempo stesso rimanda ad altro, a significati, valori, idee. Entrando nel Laboratorio, si può respirare l’aria delle vecchie botteghe artigianali, in cui si lavora certo con ritmi molto intensi, ma anche si scambiano parole e sorrisi, battute e notizie. Biscotti e cioccolata si contraddistinguono, oltre che per la qualità e per la lavorazione nel rispetto delle tradizioni, anche per il loro significato. Dietro, infatti, vi sta il cammino di reinserimento delle mamme accolte nella Casa insieme ai loro figli, segno di un’accoglienza che non si limita solo al vitto e all’alloggio ma vuole promuovere cammini di dignità e di relazioni solidali. L’uso, poi, nella produzione di materie prima del commercio equo e solidale, aggiunge anche il sapore del riscatto di tutti i Sud del mondo, garantendo giusti salari, rispetto per l’ambiente e utilizzo degli utili per opere sanitarie e sociali a favore dei più deboli. Quindi al centro c’è la solidarietà che, assieme a tradizione e qualità, va a comporre quel trinomio che ormai contraddistingue ovunque il laboratorio. Solidarietà corale, in quanto l’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione di molte persone e nel convergere di molti elementi: offerte di volontari, disponibilità gratuite, serie professionalità, generoso impegno, contributi della Diocesi e del Ministero del Lavoro. Oggi il laboratorio garantisce l’eccellenza nella produzione dell’ormai famosissima cioccolata di Modica e di biscotti, dolci e leccornie varie della tradizione siciliana.

mercoledì 30 ottobre 2013

martedì 29 ottobre 2013

Profumo di spezie

Non c’è forse nulla di così potente e simbolico per rappresentare l’India e le sue cucine se non i masala, miscele di spezie sapientemente scelte e dosate. La parola stessa “masala” significa semplicemente spezia. I masala sono l’anima della stragrande maggioranza delle pietanze preparate nell’infinita India mentre in occidente sono praticamente sconosciuti. Universalmente è invece noto il termine curry derivato dal tamil “cari”, salsa piccante. Furono gli inglesi a colonizzarne la denominazione, ribattezzando curry sia la miscela di spezie che la salsa, forse con scarso spirito gastronomico. In natura esiste a dire il vero una pianta ornamentale chiamata albero del curry (khari pulia) che produce foglie simili al lauro, dall’intenso aroma, ma che nulla ha a che fare con la miscela. Oggi, in molti paesi al mondo, “curry” indica più in generale una pietanza. Il masala per riso (vegetable biryani masala) è una miscela vivace, priva di curcuma, caratterizzata dai toni piccanti del pepe e dalla freschezza agrumata del cardamomo, che si intrecciano con le punte aromatiche del chiodo di garofano, del macis, della noce moscata e dell'alloro. Per questo è indicato per insaporire piatti di riso, patate, zucca o uova, formaggi delicati, ed è eccellente nei legumi o con il tofu. Come si usa A secco a cucchiaini nelle pietanze in cottura; in olio caldo lasciato sfrigolare 2-3 minuti per insaporire il fondo di cottura; a freddo a fine cottura; in pasta, lasciato consumare in una casseruola, con salsa di pomodoro, pesto di cipolla o aglio e zenzero fresco e un buon olio vegetale monoseme. Produttore I masala Altromercato sono realizzati nella regione del West Bengala in India, al confine con il Bangladesh, in una zona rurale di particolare povertà, nella quale soprattutto le donne vivono marginalizzate. Le donne della Fondazione Ushagram Loka Sikshaniketan si occupano di essiccare e miscelare le spezie, selezionate da fonti tracciabili di diverse aree dell’India. I masala Altromercato sono interamente lavorati e confezionati a mano, in carta artigianale. Tramite l’attività a Ushagram Loka Sikshaniketan le donne possono contare su cambiamenti positivi e duraturi nel tempo nelle loro vite. Le spezie Altromercato sono raccolte e confezionate a mano nei loro paesi di origine, selezionate secondo le conoscenze antiche delle erbe e dei loro poteri. Sono prodotte in contesti “piccoli”, di economie familiari che evitano gli intermediari e non ricadono nello sfruttamento, per una vita dignitosa e di emancipazione. Vengono coltivate secondo sistemi non intensivi di rotazione dei terreni, seguendo le stagionalità delle piante, accudendole con processi manuali e secondo metodi tradizionali. Sostengono progetti di donne in Sri Lanka e in India, paesi nei quali non avrebbero possibilità di avere redditi né lavoro, per la loro condizione femminile o di casta. Fanno crescere la comunità con progetti legati all’irrigazione, all’educazione e al sostegno nella formazione, nei controlli qualitativi e nei trasporti. Vengono acquistate a prezzi giusti fissati insieme ai produttori, con continuità e direttamente, evitando speculazioni. Tutto il valore aggiunto di queste spezie, dalla coltivazione al confezionamento, resta nel Sud del mondo.

giovedì 10 ottobre 2013

Un sacco di energia!!!

Il cacao – prodotto simbolo del valore e dell’impegno del Commercio Equo e Solidale – sarà al centro di un calendario denso di appuntamenti in tutta Italia: dal 12 al 26 ottobre, in più di 100 piazze italiane, i Soci del consorzio Altromercato che aderiscono all’iniziativa, proporranno degustazioni nelle Botteghe del mondo, cene a tema, incontri con produttori di cacao, convegni, proiezioni di documentari sul tema della commercializzazione di questo prodotto, laboratori didattici e tanto altro ancora.


L’impegno di Altromercato: un cioccolato “buono fino in fondo”

Da sempre Altromercato sostiene i piccoli produttori di cacao e zucchero, che ricevono un premio fair trade per il loro lavoro in aggiunta a quello che è il prezzo normalmente pagato dal mercato tradizionale. Il risultato è una relazione commerciale basata su equità, continuità e rispetto, che garantisce ai partner di Altromercato - piccole realtà del Sud del mondo marginalizzate - condizioni di lavoro più dignitose, accesso al mercato, prefinanziamento e sostegno economico per lo sviluppo locale.

Grazie alla sua esperienza pluridecennale, Altromercato può proporre ai consumatori una scelta vasta e originale di cioccolati. Dagli eccellenti fondenti, ai morbidi cioccolati al latte, dai golosi nocciolati alle tavolette con ingredienti come zucchero integrale di canna, anacardi, quinoa, riso, caffè e guaranà o aromi naturali come menta e arancia. Tutta la gamma è prodotta utilizzando esclusivamente zucchero di canna e oltre il 90% della proposta di cioccolato Altromercato è da agricoltura biologica. Gli incarti non contengono allumino, sono realizzati in plastica o in carta e sono riciclabili al 100%.

Un cioccolato buono, di qualità, a piccoli prezzi. La linea Compañera parte da €1,50 fino a €1,85 per la tavoletta alla nocciola e la linea Mascao parte da €2,10 fino a €2,60. Un posizionamento di prezzo molto competitivo anche confrontato con cioccolate con caratteristiche simili.

mercoledì 4 settembre 2013

lunedì 29 luglio 2013

Chiusura estiva

Saremo chiusi dal 5 al 18 agosto. Riapriremo il 20/8, ma fino al 24 saremo aperti solo al pomeriggio.
Vi aspettiamo per le scorte estive di caffè, zucchereo, tè, crema solare ecc.... prima della nostra chiusura!!!

martedì 2 luglio 2013

L'ETICO E IL NON ETICO NEI NOSTRI ARMADI

L'ETICO (sì, forse, quasi) E IL NON ETICO NEI NOSTRI ARMADI
10 domande di una volontaria su vestiario e non solo.

1. Marzo / aprile 2013: in TV, su RAI 5, va in onda “ L'insostenibile leggerezza del prezzo”: una serie di puntate di un documentario-reality sul tema ”sfruttamento sul lavoro nei paesi del Sud del mondo”, in riferimento soprattutto all'abbigliamento in vendita nei centri commerciali. Benché già conosca molti aspetti sull'argomento, resto colpita da quanto vedo e sento. ( www.youtube.com)

2. Aprile 2013: a Dacca cade al suolo un edificio (Rana Plaza) dove si producevano abiti per l'estero, per noti marchi. Tra operai e operaie, sono in 1127 a perdere la vita. Meno di un anno prima, sempre in Bangladesh, le vittime del crollo di un'altra fabbrica erano state 112. Esempi recenti dei catastrofici “incidenti” che avvengono periodicamente nelle fabbriche tessili asiatiche.

3. 11 maggio 2013: a Cernusco s/N si svolge “Moda in piazza – Sfilata di moda etica, ecologica e sostenibile”, manifestazione cui partecipa anche Mondoalegre-Eticomondo di Cernusco. Scopo principale: indirizzare l'interesse dei “consumatori di abbigliamento” verso un vestiario senza sfruttamento alle spalle, i cui tessuti siano prodotti con materiali compatibili con l'ambiente ecc.

4. Maggio 2013: Vandana Shiva, la celebre ambientalista indiana, è in Italia, anche a Cernusco! Al convegno “Progetto Gjusti”, sui Green jobs - lavori verdi, fa un discorso coinvolgente sui temi dell'agricoltura (comprendente anche la coltivazione del cotone). Per radio sento poi questa sua affermazione: l'acquisto di n.2 vestiti all'anno (penso si riferisse ad abiti completi) può bastare per le esigenze di una persona. Insieme a quelli già in uso, i due abiti (questo lo aggiungo io) permetterebbero comunque una “rotazione d' abito”, evitando cambi consumistici del guardaroba, (anche se di questi tempi si è più attenti al risparmio)

5. 8 giugno 2013: la radio mi informa di questo dato: 1kg di abiti prodotti = 25 kg. CO2

(il CO2, anidride carbonica, è il gas responsabile più di altri del riscaldamento planetario)

Questi fatti recenti sono un' occasione per adattare al tema la tipica domanda del consumatore responsabile, e cioè “come posso acquistare in modo consapevole nel campo dell'abbigliamento”? (Benché la questione riguardi anche la società nel suo insieme e il suo modello di sviluppo economico, qui fermiamoci pure solo alle scelte individuali, consapevoli però che la somma della scelta di tanti singoli può incidere). Alla domanda, una volontaria Comes darà questa risposta: acquistando i nostri prodotti. Certamente anch'io lo faccio, anche se a volte il prezzo frena. Vale sempre, però, quello che potrebbe essere il nostro motto” meglio il poco, ma etico, piuttosto che il tanto non etico e di qualità scadente”. Tuttavia i “ma”non mancano, per es.:

- anche i prodotti etici come i nostri producono tanta CO2 (vedi punto 5), consumano tanta acqua ecc. Forse, ne deduco, qualche maglietta in meno potevo comprarla.

- la gamma dei prodotti di abbigliamento del Comes è limitata ad alcuni prodotti, ancor più limitati se ci si rivolge solo alla bottega del tuo paese. E per gli altri prodotti? Ma prima di una (mia) risposta, una considerazione di tipo quantitativo.

Se guardo in armadi, comò e quant'altro deduco che, a pesarlo, tutto il vestiario della famiglia assommerebbe a...quanti chili? Non ne ho idea, ma direi non pochi. E pensare che alla moda ci tengo minimamente: quel tanto che basta per non apparire completamente fuori epoca, con un occhio all'abbinamento dei colori.

Ma come mi è entrata in casa tutta quella roba? (e ogni tanto, comunque, qualcosa in vario modo la elimino). Tante sono le “cose” non comprate da me: indumenti ereditati o regalati, vecchi e nuovi... Tra gli acquisti, invece, particolare attenzione va, oltre al fair-trade & c, anche all'usato. I miei negozi di fiducia però non sono proprio in zona. Si trovano in...Irlanda, dove vado spesso, ovviamente non per fare shopping! Li chiamano “charity shops”. A Galway, conosco il negozio di Oxfam, quello di una associazione in favore dei disabili e quello di un'altra in favore degli animali. Considerazione: quando l'indumento è venduto come usato – indipendentemente da chi e come sia stato prodotto - perde un po' le sue connotazioni negative, diventando qualcosa cui, in modo anticonsumistico e “antispreco”, si allunga la vita e il cui acquisto serve per di più a una buona causa. Il tutto a modico prezzo. Da noi invece l'idea dell'usato a buon mercato non ha ancora messo radici diffusamente sul territorio. Di questi tempi potrebbe avere successo. Segnalo il mercatino, a Gorgonzola, di ManiTese, che sull'usato promuove anche altre iniziative (www.cooperativamanitese.it).

Mi chiedo ancora (ma immagino non sarò solo io a farlo, é per questo che ne parlo): serve avere tanti indumenti (“tanti” è un concetto soggettivo, in verità) anche quando si é “poco” interessati all'apparenza? ( “poco” e non “niente”, ma qui evitiamo spiegazioni di tipo antropologico). Alla domanda darei una risposta pratica: questione di lavaggi. Far andare la lavatrice a pieno carico, si sa, è più economico, anche per l'ambiente, e per riempire il cestello conviene possedere abbastanza “roba”.

A completamento delle domande precedenti, ne aggiungo un'altra: Quando hai bisogno di fare quegli acquisti (sono poi la maggioranza) che non trovi nella tua bottega e neanche hai occasione di acquistare l'usato, dove andare a comprare? E come comportarsi con i vari “made in”...?

Anche qui entrano in ballo questioni pratiche, che per me sono un occhio al prezzo e la vicinanza a casa del punto vendita. Quindi facilmente, volente o nolente, la scelta “cade” sul centro commerciale vicino. Ma, ovunque mi trovi, prima dell'eventuale acquisto, vado subito a leggere la provenienza dell'indumento. Made in Italy? (o altro paese storico della UE? non lo leggo mai però). Se l'affermazione è veritiera (potrebbe anche non esserlo) credo, spero che le condizioni dei lavoratori siano almeno accettabili, e ciò mi invoglia all'acquisto. Ma, come è noto, la delocalizzazione avanza. Quindi spesso appaiono le etichette “made in Polonia, Albania, Serbia...”per restare comunque all'Europa. A quanto ne so, a operai e operaie di quei Paesi sì offrono un salario basso e una vita dura, che immagino però meno duri della vita e del lavoro che toccano ai colleghi indiani, cinesi, bengalesi ecc.. Quindi, come forma di boicottaggio, cerco di evitare il più possibile gli acquisti “asiatici”. In Sud America so che si produce per noti marchi e, almeno fino a qualche anno fa, in condizioni di sfruttamento. E ultimamente? Mah...

Un discorso a parte meriterebbe anche l'aspetto salutare e ambientale relativo ai tessuti: sono di cotone ogm? quanto hanno di sintetico (cioè in genere di petrolifero)? che colori vengono usati ecc? (Le allergie sono in agguato, o anche peggio).

In conclusione, dopo tutte le mie domande, sto cercando di adottare il più possibile due principali criteri: quello del “meno non etico possibile” e quello della riduzione degli acquisti. E questo non solo nel campo dell'abbigliamento. Proviamo a notare la quantità di cose di tutti i tipi, accumulatesi negli anni (a volte oggetti cari, certamente), che in casa ci circonda. Non saranno troppe? Ci sarebbe spazio per altre domande e riflessioni, ma qui mi fermo.

venerdì 7 giugno 2013

Linea solare Bio Natyr: i benefici del sole, la protezione dei diritti!

Il sole è importante per molte ragioni legate non solo al piacere di una bella abbronzatura, ma soprattutto alla salute: aiuta infatti la sintesi della vitamina D, preziosa per le ossa, e la stimolazione del sistema endocrino con benefici sul sistema immunitario e sull’umore.
Assicurati di garantire alla tua pelle il giusto nutrimento e la giusta protezione, con questa linea di prodotti con soli filtri minerali, arricchita con burro di cacao bio, olio di argan bio, olio di noci dell’Amazzonia bio, olio di sesamo bio, olio di cocco e ingentiliti con il miele .

Le garanzie della linea •protezione efficace UVA/UVB - resistente all'acqua;
•idratazione e abbronzatura intensa;
•ingredienti equo solidali, naturali, biologici;
•solo filtri minerali (no ai filtri chimici) ;
•ingredienti equo solidali > 52% ;
•burro attivatore naturale dell’abbronzatura: per stimolare la melanina ;
•certificazione Natrue;
•ideale per tutta la famiglia, anche per i più piccoli;
•dermatologicamente testata - sotto controllo microbiologico - nichel tested < 0,1 ppm .

venerdì 17 maggio 2013

Indossa idee eque e solidali: magliette 2013!!!


Sono arrivate in bottega le nuove megliette della Cooperativa Pace e Sviluppo di Treviso.
Le frasi delle magliette per uomo e donna sono state scelte dai soci della Cooperativa sociale Pace e Sviluppo e dai lavoratori e volontari di tutte le altre botteghe d’Italia.
Sono magliette interamente realizzate e stampate in due progetti di commercio equo e solidale e importate da Pace e Sviluppo: Aarong – Brac (Bangladesh) e Assisi Garments (India).


Mercoledì 24 aprile 2013, centinaia di operai sono morti schiacciati sotto le macerie di una delle fabbriche di Dhaka.

I lavoratori morti e feriti stavano producendo capi di abbigliamento per marchi europei e nord americani.

Le condizioni di lavoro insicure e il lavoro a poco prezzo che offrono le fabbriche asiatiche (e non solo) ci fanno ribadire quanto sia importante fare scelte corrette e consapevoli in qualsiasi ambito, anche in quello tessile.





Quinoa: una storia lunga 5000 anni

Il 2013 è dedicato a questo alimento dalla storia millenaria, simbolo della salvaguardia della biodiversità e prospettiva di un futuro migliore per migliaia di contadini dell'altipiano andino.

La quinoa è stata a lungo un alimento semisconosciuto. Poi, grazie al basso contenuto di grassi e alla buona composizione in aminoacidi, per qualità e quantità, è stata promossa tra gli alimenti salutari. I vegetariani l’hanno inclusa nel loro paniere della spesa, considerandola un etico e valido sostituto della carne.
I consumatori dei paesi ricchi l’hanno eletta a prodotto sano ed ecologico. La quinoa non contiene glutine ed è un alimento adatto sia agli adulti che ai bambini.

Il grano della quinoa è un alimento ben equilibrato, molto ricco di proteine nobili con aminoacidi essenziali meglio bilanciati che nei cereali classici come frumento, orzo e riso.

Contiene fibre e minerali, come fosforo, magnesio, ferro e zinco, ed è un'ottima fonte di proteine vegetali; inoltre i grassi contenuti nella quinoa sono prevalentemente insaturi. È utilizzata anche nell’alimentazione del bestiame poiché i sottoprodotti della quinoa - gli steli, le foglie e le spighe - sono impiegati per produrre un mangime ad alto valore nutritivo, ottima digeribilità e facile conservazione.

La presenza di fibre, di sali minerali quali ad esempio il fosforo, il ferro, lo zinco e il magnesio hanno fatto sì che la quinoa sia stata per anni uno dei principali vegetali nel programma di ricerca della Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Agricoltura e l'Alimentazione).

Il contenuto proteico della quinoa, infatti, varia tra il 10 e il 18% con un contenuto di grassi dal 4,1 all’8,8% (DeBruin, 1964). Questo, è probabilmente dovuto alla alta concentrazione di un importante enzima, l’alpha-amilasi, presente nei semi di quinoa. Essendo, inoltre, un prodotto senza glutine, la quinoa risulta un alimento indicato a chi fosse affetto da allergie al frumento o da celiachia.

Le foglie di quinoa, si in loco si mangiano crude in insalate o cotte come gli spinaci; contengono molta vitamina A e sostanze minerali.

E ancora non è tutto. Nella cultura tradizionale andina i semi vengono fermentati con miglio per farne una sorta di birra e il decotto dei frutti è usato come medicinale.

La quinoa, oltre ad offrire un elevato apporto nutrizionale, è un alimento facile e pratico da preparare. La preparazione base richiede che venga inizialmente sciacquata in abbondante acqua corrente, muovendo i grani con le mani per eliminare il leggero amaro che la caratterizza. Cuoce in circa 12-15 minuti in abbondante acqua bollente, fino a che i grani siano gonfiati e abbiano formato un piccolo germoglio bianco (anellino a corona del chicco).




martedì 2 aprile 2013

VUOI CAMBIARE IL MONDO? COMINCIA CON UN CAFFE'!


Dal 2 al 19 aprile nelle Botteghe Altromercato,  il caffè si racconta.

Da 25 anni ogni caffè Altromercato ha un storia di generazioni e di lotta da farti conoscere, per assaggiarne la diversità, assaporarne l’eccellenza, condividerne la sostenibilità.

Un viaggio che inizia dalla Terra, coltivata in modo sostenibile, che porta al Piacere Sociale, di un caffè fatto dalle comunità per le comunità, in una rete di coltivatori e consumatori per un’economia di giustizia.

Provaci gusto! L’invito alla prova costa meno.

Scegli il “tuo” caffè, acquista due pacchetti, anche diversi, di caffè macinato da 250g. (confezione singola o lattina) e su quello a prezzo più alto risparmi il 30%.

http://www.altromercato.it/generazionecaffe/le-nostre-selezioni

martedì 5 marzo 2013

Pasqua 2013


Le uova di cioccolato "nUovo Mondo", realizzate con ingredienti da agricoltura biologica, contengono nella copertura il cacao della Repubblica Dominicana (Conacado) e dell'Ecuador (MCCH) e lo zucchero di canna dal progetto paraguayano (Manduvirà).

Tutte le sorprese sono oggetti preziosi fatti a mano secondo le tradizioni artistiche dei Paesi di origine, dipinte, modellate, intagliate da artigiani e produttori partners di Ctm altromercato, tra i quali , Asha - India, Ecco Exe - Perù, Gospel House - Sri Lanka, Preda - Filippine, Children Nepal - Nepal, Pekerti - Indonesia e Mitra Bali - Indonesia.

Le uova Altromercato sono avvolte dai coloratissimi teli in carta seta prodotti a mano da gruppi di donne in Bangladesh (MCC), che riutilizzano i residui della produzione di fibra di seta.

Lavorazione della carta seta
La carta utilizzata per creare i colorati sacchetti della Paloma viene ricavata dagli scampoli recuperati dalla lavorazione della seta che vengono messi a macerare in grandi vasche piene d'acqua fino ad ottenere una poltiglia uniforme che, passando attraverso condutture, esce da grandi rubinetti ed è quindi lavorata dopo l'aggiunta di colla vegetale e, quando la realizzazione lo richiede, di tinture.

Il bolo proveniente dalle grandi vasche viene inserito in una cornice di legno con rete metallica, pressato e rullato fino a renderlo sottile e compatto, a seconda della grammatura da ottenere.

Il foglio viene poi steso ad asciugare al sole nella bella stagione e sopra forni a piastre calde verticali che lo asciugano senza bruciarlo, durante la stagione umida e piovosa dei monsoni. Viene, infine, immagazzinato, pronto per la lavorazione che gli darà dignità di prodotto: taglio, assemblaggio e decorazione (da Fibre.doc a cura di Simonetta Lorigliola, 1998).

Gli ingredienti sono importati da Ctm altromercato, la produzione avviene presso Nutal (Cn).



lunedì 4 febbraio 2013

Emozioni Solidali


EMOZIONI SOLIDALI: BOMBONIERE CHE RACCONTANO DI VOI

Dal 9 al 23 febbraio, in bottega, sarà possibile vedere ed ordinare in anteprima le nuove bomboniere 2013, consultare il catalogo e ricevere idee, consigli e informazioni sui prodotti e sui produttori che, con abilità e cura, realizzano uno ad uno questi pezzi unici.

La bomboniera Altromercato è un gesto, un segno, un simbolo che parla di scelte consapevoli e di valori. Parla di chi l’ha creata, decorata, intrecciata, ricamata, dipinta ricevendo una “giusta” remunerazione per il suo lavoro. Infine parla di come si possono cambiare le regole di un mercato iniquo soprattutto nelle occasioni importanti.

Con Altromercato le bomboniere raccontano storie di solidarietà e di diritti, per un futuro più sostenibile.

La nuova collezione di bomboniere Altromercato è stata pensata per tutte le occasioni speciali: matrimonio, battesimo, comunione, cresima e laurea. L’ampissima scelta consente a tutti di trovare l’oggetto più adatto alle proprie esigenze. È stata pensata per soddisfare i gusti classici ed eleganti, quelli di chi predilige l’utilizzo di fibre naturali, il legno o la bianca pietra saponaria e di chi cerca un’idea più briosa in stoffa, terracotta, cartapesta colorata. Tutte le proposte sono fatte a mano e per questo sono oggetti unici e irripetibili, realizzate nel rispetto delle tradizioni artigianali e nel segno di un’estetica contemporanea.

Emozioni Solidali Altromercato: per bomboniere che vengono dal mondo e raccontano di voi.
Sceglierle significa intraprendere un viaggio fatto di solidarietà, diritti e un futuro più sostenibile.

http://www.altromercato.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2743

mercoledì 23 gennaio 2013

BIRRE ARTIGIANALI DA DEGUSTAZIONE

Ecco un'idea per gli appassionati del malto che hanno voglia di sperimentare prodotti di grande qualità. Tutto nasce da una collaborazione tra Altromercato e una cooperativa per noi molto speciale, Pausa Cafè, che gestisce un micro birrificio all'interno dell'istituto penitenziario "Rodolfo Morandi" di Saluzzo. L'obiettivo del progetto è di fornire opportunità di crescita progessionale alle persone recluse, dando vita a percorsi trattamentali finalizzati al reinserimento sociale.

I ragazzi che lavorano presso Pausa Cafè, 4 al momento, con grande passione e dedizione, hanno creato la ricetta di queste due birre da meditazione, che vedono tra i loro ingredienti dei cereali non tradizionali quali quinoa, riso ed amaranto, del commercio equo e solidale.

Dalla loro profonda conoscenza e voglia di sperimentare, nascono queste due birre: La Blanca, una birra artigianale chiara ad alta fermentazione che si ispira allo stile delle Weizen tedesche, e la Panay Rouge, una birra ambrata che rimanda allo stile delle Belgian Ale, dal corpo presente e strutturato, una grande ricchezza aromatica e profumo di spezie indiane. Quest'ultima viene realizzata utilizzando tra le altre cose dello zucchero Mascobado (da cui prende il nome perchè prodotto nelle Filippine, sull'isola di Panay) e una piccola quantità di Masala.








giovedì 17 gennaio 2013

SOVRANITA' ALIMENTARE E COMMERCIO EQUO-SOLIDALE

SOVRANITA' ALIMENTARE E COMMERCIO EQUO-SOLIDALE

16 ottobre 2012: giornata mondiale dell'alimentazione.
Fra i tanti dati che sono stati citati, riportiamone almeno uno:oggi si produce cibo per 12 miliardi
di persone, ma un miliardo non mangia a sufficienza. Forse se la “Sovranità Alimentare dei Popoli” fosse una realtà, le cose andrebbero diversamente.
Ma che cos'è la Sovranità Alimentare (per brevità SA)? E c'è un in rapporto fra SA e Commercio Equo e Solidale (COMES)?.
SA significa, in estrema sintesi, la capacità che ha (o che dovrebbe avere) un popolo o una comunità di produrre alimenti per un sostentamento adeguato, decidendo in proprio quali alimenti produrre e in che modo.
Niente di più lontano da quello che di solito e come tendenza generale avviene. Istituzioni mondiali e potenze economiche forti lo impediscono, favorendo i grandi produttori e commercianti e danneggiando i piccoli, -
sia nel Sud che nel Nord del mondo – i quali (soprattutto se del Sud) si impoveriscono sempre di più.
Via Campesina é la principale delle organizzazioni mondiali che si batte per la SA. In un suo documento si leggono affermazioni che non possono non essere condivise: “L'agricoltura e l'alimentazione sono fondamentali per tutti i popoli, sia in termini di produzione e disponibilità di quantità sufficienti di alimenti nutrienti e sicuri, sia in quanto pilastri di comunità, culture e ambienti rurali e urbani salubri...Per garantire l'indipendenza e la sovranità alimentare di tutti i popoli del mondo, è essenziale che gli alimenti siano prodotti mediante sistemi di produzione diversificati, su base contadina”. Già, ma vediamo che cosa avviene normalmente. Prendiamo il caso del mais (dal documento “Terra e cibo” a cura di Slaw food e Fair Trade Italia) “Dalla prima pianta selvatica di mais, che dava pannocchie amare e piccole (al massimo 3 cm), i contadini hanno selezionato migliaia di varietà, dolci e pastose.
In America Latina il mais non è soltanto giallo o bianco. I chicchi possono essere rossi, viola, neri, blu e possono avere le forme più disparate: rotonde, allungate, appuntite, piatte…Oggi queste varietà stanno
scomparendo dai campi. Il Messico – Paese in cui il mais è stato domesticato – importa il 40% di questo cereale dagli Stati Uniti: nella capitale messicana come nei villaggi indigeni più sperduti, per fare le tortillas si compra la farina dalle multinazionali americane.” (da qui la crisi, se non la scomparsa, dei piccoli produttori messicani) E quello del mais è solo un esempio. Infatti “In un secolo si sono estinte trecentomila varietà vegetali e continuano a estinguersi, al ritmo di una ogni sei ore. Un terzo delle razze autoctone bovine, ovine e suine è estinto o in via di estinzione”.
Il documento/appello di Via Campesina, insieme ad un'analisi critica della situazione, rivolge anche una serie di richieste ai governi mondiali, i quali “per conseguire e preservare la SA dei popoli e garantire la sicurezza
alimentare, dovranno:
· adottare politiche che - al posto di un modello industriale dagli alti consumi e orientato all'esportazione - diano impulso a una produzione sostenibile, basata sulla produzione familiare contadina, per poter avere alimenti sani, nutritivi, di buona qualità e a prezzi ragionevoli, per il mercato interno e i mercati subregionali
e regionali.
· garantire l'accesso equo alla terra, alle sementi, all'acqua, al credito e ad altre risorse produttive;
· sviluppare economie alimentari locali basandosi sulla produzione locale e stabilendo punti di vendita locali
· proibire la produzione e commercializzazione di sementi, alimenti e prodotti geneticamente modificati, così come qualunque prodotto affine.
Ma che rapporto esiste fra la realtà per la quale lotta Via Campesina e quella del COMES?
Riguardo ai principali prodotti agricoli venduti attraverso il COMES, sappiamo che molti di essi sono coltivati principalmente per l'esportazione. Ci si potrebbe chiedere allora: il coltivare té, caffé, zucchero, cacao, banane ecc. toglie energie, e anche terreni, che si potrebbero usare per la produzione interna e l'alimentazione familiare? Sarebbe una bella contraddizione! La realtà è più complessa. Intanto
evidenziamo che se si vuole fare fair trade vanno evitate due cose (lo si legge in più documenti):
1. una dipendenza economica verso l’esportazione, a scapito della produzione per il mercato locale.
2. l'esportazione di prodotti alimentari e materie prime scarseggianti o di manufatti con queste ottenuti. Va inoltre considerato quanto segue:
· Il prezzo più alto per le produzioni fair trade e il pagamento anticipato e garantito permettono, sappiamo, un investimento per migliorare la qualità della vita della collettività. Quindi vengono fatti, o possono essere fatti, anche investimenti nel campo dell'agricoltura per la propria sussistenza o per il mercato locale. Da tener presente che spesso i produttori coltivano anche per il mercato “tradizionale” e le produzioni fair trade si sono inserite successivamente, a fianco delle altre ma con i noti vantaggi.
· Spesso chi produce per il COMES riceve un'assistenza tecnica e partecipa a corsi per migliorare la produzione agricola destinata al COMES (sempre più convertita al biologico). Le maggiori conoscenze nel campo agricolo si possono applicare anche alle coltivazioni di prodotti per uso interno e anche per il mercato locale. In un documento sulla produzione di riso fair trade in Vietnam si legge:alle famiglie di contadini viene insegnato come coltivare, oltre al riso, anche legumi e ortaggi per poi venderli sul mercato locale, dando quindi loro la possibilità di percepire un’entrata supplementare.
A conclusione riportiamo una considerazione sul COMES tratta da un'intervista a Vandana Shiva , la nota attivista e ambientalista indiana:
“L'economia locale e la sua costruzione devono essere il pilastro del COMES...,il quale non può compromettere l'economia locale...privando i lavoratori di ciò di cui hanno bisogno. Per noi è equo il commercio di quei prodotti che in Italia (pe es.) non si possono coltivare”. Questo principio è senz'altro seguito, in linea di massima, nel COMES. Non sempre però. E se ciò sia opportuno o meno è una questione aperta, che lasciamo in sospeso, magari da riprendere in seguito.
Per il documento completo di Via campesina:
L'intervista a Vandana Shiva è tratta dal DVD “Diritto al cibo”, in distribuzione ai volontari di Mondoalegre.
Il filmato documenta il lavoro dei produttori di spezie dello Sri Lanka, spezie che arrivano ad Altromercato attraverso l'organizzazione Podie.