All'interno del mondo del COMES, si è discusso molto - ultimamente forse
un po' meno - della questione “vendita sì, vendita no” (almeno idealmente)
dei prodotti equi all'interno della GDO (la Grande Distribuzione
Organizzata, in pratica i supermercati). Anche fra noi di Eticomondo ricordo
che se ne è parlato:
“A volte gli stessi prodotti che sono in vendita nelle botteghe vengano
venduti nei supermercati a un prezzo più basso (dato che loro se lo possono
permettere). Non è corretto”. ” Nei supermercati manca il materiale
informativo, non c'è nessuno cui chiedere, anche sulla eticità del prodotto”.
Senza contare le critiche mosse alla GDO in generale “I supermercati?
Quando possibile meglio evitarli. Sono il regno del consumismo, si sono
mangiati un sacco di territorio, hanno contribuito alla cementificazione,
stanno uccidendo i piccoli negozi ...“ Tutto vero, anche se è pur vero che,
come faceva notare qualcuno ”I
produttori del COMES sono ben felici che anche nei supermercati arrivino i loro
prodotti. Più vengono venduti, meglio è per loro”. E alla fin fine lì si
deve pure arrivare: a vendere sempre più prodotti del commercio equo,
soprattutto quelli che possono sostituire gli altri equivalenti.
Mi è anche venuta in mente la mia amica Adriana che abita in montagna,
la quale, quando lascia la sua valle per fare la spesa grossa (nelle sue
vicinanze l'offerta di prodotti è limitata), va diretta alla Coop di
Villadossola, dove trova tutto il necessario, volendo anche qualche prodotto
fair-trade.
Fuori dalla nostra realtà italiana, ricca di botteghe tanto da farne un caso in Europa,
la distribuzione dei prodotti fair-trade è diversa. In Irlanda per es. ho
constatato che essi sono presenti, ma scarsamente, nei supermercati e nei
negozi bio, ma più facilmente che da noi puoi bere un caffè fair trade,
pubblicizzato come tale.
Dopo quanto detto, la mia opinione è questa: non demonizzare,
pragmaticamente, la vendita nei supermercati, e tanto meno quella in piccoli
negozi che hanno inserito fra i loro prodotti anche quelli del COMES, ma dove è
possibile, magari con un po' di buona volontà, servirsi presso le botteghe.
(Lasciamo qui, in parentesi, la
questione pur importante del prezzo, equo sì per i produttori, ma
avvertito sicuramente come alto da parte dei molti, sempre di più, in
condizioni economiche difficili dato il momento, magari anche nostri clienti o,
ahimé, ex. Argomento questo che si potrebbe riprendere).
Il motivo principale per scegliere di comprare in bottega già l'ho espresso: Nelle botteghe, come nei negozi
in genere, puoi scambiare due parole con chi ti vende i prodotti, e nel nostro
caso le due parole possono essere importanti per contribuire ad una maggiore
consapevolezza riguardo ai tuoi acquisti. Inoltre è sempre presente dell'utile
materiale informativo (magari da valorizzare di più da parte dei volontari).
Ma a questo aggiungerei altri motivi
legati alla nuova tipologia di prodotti in vendita. I lettori del blog
immagino conoscano già il “Solidale Italiano Altromercato”. Si
tratta di un progetto nato nel 2010 con l’obiettivo di valorizzare particolari prodotti
italiani. I quali, é ovvio per noi, non sono semplicemente “made in Italy”.
Infatti vengono realizzati spesso in contesti difficili (il carcere è uno di
questi), nel rispetto dei valori e dei principi etici che ci caratterizzano. E'
quasi superfluo sottolineare l'importanza sociale dei prodotti dell'economia
carceraria e di quelli di Libera-terra (cresciuti su terreni liberi dalla mafia
e dallo sfruttamento). Fresco fresco sui nostri scaffali è arrivato anche un
olio “freee-ndrangheta”.
Con il sistema
della prenotazione in bottega, si possono acquistare anche prodotti alimentari
provenienti da cooperative (Libera ma non solo) che praticano agricoltura
biologica o comunque sostenibile.
La nostra piccola
bottega, come le altre di zona inserite nel circuito di Mondoalegre, offre
quindi una gamma abbastanza ampia di prodotti. E all'eventuale Cernuschese (o
giù di lì) che capitasse per caso sul nostro blog non resta che venire a
trovarci.
Roberta, volontaria
storica di Eticomondo