
Da sempre famosa in tutto il paese per i suoi datteri, le sue olive ed il suo artigianato (soprattutto monili, tessuti e cesterie) a causa della sua posizione remota ha conservato le proprie usanze e soprattutto la propria lingua. Famoso l’oracolo del tempio, dedicato ad Amon, cui addirittura si rivolse Alessandro Magno per avere la conferma che era figlio di Zeus.
Oggi la principale attrattiva è l’oasi stessa costituita da più di 300.000 piante di datteri e 70.000 ulivi. Tutta l’economia dell’oasi è basata sul commercio dei datteri che vengono venduti interamente in Egitto, e consumati tutto l’anno, soprattutto in occasione del Ramadan.
L’associazione SIWA COMMUNITY DEVELOPMENT AND ENVIRONMENTAL CONSERVATION è nata nel 2000 e raggruppa tutte le 13 tribù presenti a Siwa.
Un contributo grandissimo per la sua costituzione è stato dato dalla cooperazione italiana attraverso il programma Siwa Environmental Amelioration Project.
Compito dell’associazione è identificare i servizi rispondenti ai bisogni/necessità della comunità siwana, ed in primo luogo i campi d’intervento sono:
- microcrediti a favore delle piccole imprese siwana
- assistenza tecnica e follow-up
- sostegno alla commercializzazione dei prodotti agricoli
- sostegno al settore agroindustriale.
La collaborazione con Scambi Sostenibili e Commercio Alternativo, è da considerarsi come il primo passo verso la commercializzazione secondo i criteri del fair trade, dei prodotti dell’oasi, così da garantire continuità e accrescimento ad una produzione che permette la vita dell’intera oasi.
In questi anni di collaborazione si sono già raggiunti buoni traguardi, tra tutti l’aver ottenuto la licenza di Esportazione e l’inizio della collaborazione con IMC, ente di certificazione biologica Italiano, che certifica l’intera produzione di datteri, in modo da raggiungere una produzione biologica capace di assicurare maggiori opportunità anche in termini economici alla comunità.
Insieme ai produttori sono coinvolte nell’operazione anche due piccole ditte private (che danno nel periodo della raccolta, lavoro a numerose famiglie del villaggio), che si occupano del confezionamento e la ditta che fornirà le scatole. Si è scelta questa via per garantire che altra parte del reddito prodotto restasse a Siwa e comunque in Egitto.
Per il futuro sperano di riuscire a costituire con l’associazione stessa una struttura per il confezionamento costituita dai produttori stessi.
Oggi i produttori ricevono per i loro datteri un prezzo più alto, e hanno la garanzia di non dover poi svendere sul mercato la produzione.